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IN FORMAFLUENS

A cura di Cornelia Bujin

Dal 27 giugno al 07 luglio 2023

Camera dei Deputati | Complesso di Vicolo Valdina - Piazza in Campo Marzio 42, Roma

La mostra personale di Isabella Nurigiani, presentata nello spazio del Complesso di Vicolo Valdina afferente alla Camera dei Deputati vede esposte circa 20 opere di grande e piccolo formato realizzate in ferro, bronzo e marmi pregiati.
Un percorso espositivo importante che racconta l’evoluzione artistica e l’incontro plastico di Isabella Nurigiani con materiali diversi la cui dimensione tattile e spaziale raggiunge forme alte di poesia. Le sue sculture, siano esse di pietra o di ferro, interpretano il dualismo tra stasi e movimento, secondo quella ricerca dell’inafferrabile limite tra qualcosa che sta per accadere o che sta per trasformarsi.
Da Danseuse del 2019, in ferro, a In Mutazione Verde#2 del 2019, in bronzo, a Fusioni del 2020, in bronzo e marmo rosa del Portogallo, a Forma Fluens del 2006, in marmo di Carrara, le opere di Isabella Nurigiani parlano del rapporto simbiotico con la materia, con la forma, con il tempo, con lo spazio uno in funzione dell’altro. La Sala del Cenacolo del Complesso di Vicolo Valdina sarà la cornice di uno spazio settecentesco che dialoga con le forme contemporanee senza timori, aprendosi alla fluidità essenziale di una bellezza che entra a stretto contatto con i luoghi della memoria rendendoli vivi e accessibili.
In questo dialogo entrano tre grandi opere collocate nel suggestivo chiosco del Complesso di Vicolo Valdina a sottolineare che non esiste un dentro e un fuori, uno spazio chiuso o aperto, ma che il luogo diviene funzione e visione. Totem del 2018, in marmo statuario e marmo nero del Belgio come Scatole inattive del 2013, in ferro, e Prigionieri di se stessi del 2018 in bronzo e marmo Calacatta, raccontano non soltanto la genesi evolutivo/materica di Isabella Nurigiani, ma questo suo sentire l’arte e la scultura come energia vitale che può aiutare alla comprensione, come all’abbattimento di frontiere ideologiche, e può anche essere slancio e gioia condivisa, ponendola tra i protagonisti di quel particolare filone creativo che si distingue per una ricerca segnica e oggettuale che tende a scardinare quei codici linguistici precostituiti, donando all’opera il compito di stabilire relazioni tra “l’uomo e gli elementi primari”.

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