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Infinite vibrazioni

A cura di Cornelia Bujin

13 Febbraio - 21 Marzo 2020

Mobius Contemporary space - Roma

Il percorso espressivo di Isabella Nurigiani è fortemente legato alla sua personale ricerca poetica e introspettiva del rapporto “uomo e natura”. Le sue opere nascono dalla elaborazione percettiva ed emozionale della condizione dell’essere umano nel relazionarsi tanto con ciò che lo circonda, quanto con gli eventi che lo sospendono nel tempo e nello spazio.
La sua sperimentazione artistica non si risparmia nella scelta materica e le sculture, siano esse in ferro o in marmo, dialogano emotivamente con l’osservatore generando una serie infinita di suggestioni. Sono forme sinuose di un pensiero che possiamo definire etico, sociale, puro, cosmico e che produce in chi le osserva, quello che gli americani definiscono “mindfulness”.
Nella definizione di vibrazione leggiamo: “oscillazione di ampiezza relativamente piccola e di frequenza relativamente grande”, ma vibrazioni sono anche quelle dell’anima o quelle che emaniamo e riceviamo. Le vibrazioni rendono comprensibile la differenza fra le molteplici manifestazioni della materia, dei sentimenti, dei pensieri. Nelle opere di Isabella Nurigiani, sono presenti le Infinite Vibrazioni di un’estetica armoniosa e plastica in grado di rendere duttile e quasi immaterico tanto il marmo quanto il ferro liberandone la forma che si manifesta come anima, dalla infinita leggerezza. Le sue sculture si presentano infatti leggere e sinuose, prive di un peso specifico, attraversate da contrassegni emozionali dove il diverso utilizzo dei materiali, connota un carattere visivo di raffinata sensibilità.
Il rapporto tra le opere individua fisiologicamente quella innata dialettica tra “natura interiore e spazio esistente” che in “Cosmogonia” e “Guardarsi e non Riconoscersi”, scruta sapientemente complementarità e polarità, figurazione e astrazione in un equilibrio emozionale che cerca nell’osservatore, il dialogo e l’interazione. “Parlarsi in trasparenza” e “Tempo sospeso” esplorano, nella loro diversità strutturale e compositiva, quell’ “incantesimo vivente” che è la costruzione e la creazione di un nuova sintonia interindividuale così come ”Prigionieri di se stessi” e “Passato presente e futuro” raccontano dell’umiltà e volontà di chiedere aiuto nella comprensione, non perdendo di vista l’altro in quella libertà empatica che è costruzione progettuale.
Così la brutalità del metallo, materia antica e gravosa, si tramuta nel lavoro di Isabella Nurigiani, in sublime vibrazione dalla levità aerea e, l’asperità del marmo, in voluttuosa plasticità dove la forma viene a perdere la sua naturale staticità, conducendo in una dimensione vibrante di “eterna energia cosmica” in cui le opere, sembrano sospese tra noi e l’infinito.

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